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Special Projects
La mostra raccoglie 26 opere, realizzate a partire dalla fine degli anni Quaranta, che sottolineano la ricerca di nuove forme espressive e il rifiuto di materiali, metodi e soggetti percepiti come paradigmi del passato. Il progetto indaga anche l’approccio dei due artisti al superamento delle restrizioni pittoriche e l’utilizzo di materiali provenienti dal mondo oltre le arti visive. I due lavori dal titolo Concetto spaziale (1949-50 e 1961) costituiscono l’essenza dell’indagine di Fontana e presentano due dei gesti più rappresentativi e rivoluzionari della sua ricerca: i fori e i tagli. Nel 1960 Michelangelo Pistoletto indaga la propria identità attraverso la serie degli Autoritratti, distaccandosi dall’approccio convenzionale del ritratto e rompendo la linea di confine tra l’opera e chi la osserva. Come ricorda Michelangelo Pistoletto, “Ho conosciuto Lucio Fontana, siamo stati amici, abbiamo coltivato un dialogo sul nostro lavoro e sulla relazione che ha avuto con la storia dell’arte, a cui entrambi abbiamo contribuito in momenti diversi. La prima volta che ho visto il suo lavoro è stato nella mostra ‘Arte in vetrina’ a Torino, nel 1953. […] Dopo l’incontro con Fontana ho cercato una mia identità. L’ho fatto allo specchio, attraverso l’autoritratto. Ma senza uno specchio non può esistere un autoritratto e presto lo specchio è diventato il protagonista della mia personale e nuova prospettiva”.